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UN ALPINISTA SI UCCIDE SUI MONTI DI GIAVENO

Un alpinista si uccide sui monti di Giaveno

Un alpinista si uccide sui monti di Giaveno La sciagura ai Picchi del Pagliaio Un alpinista si uccide sui monti di Giaveno La vittima è un orafo di 44 anni abitante ad Avigliana - E' precipitato durante la scalata del Torrione in cordata con un torinese e un amico di Collegno - Spirato poco prima che arrivassero i soccorritori Dal nostro corrispondente Giaveno, lunedi matt Una sciagura alpinistica è accaduta ieri, domenica, verso mezzogiorno, ai Picchi del Pagliaio, sulla cresta che divide il rio Giavré dal rio Indiritto. Tre alpinisti — Ercole Pocobello, di 44 anni, orafo, sposato con Gemma Romanetto, di 42 anni, senza figli, abitante ad Avigliana; Renato Molinb, orafo, residente a Torino, via Groppello 15, e Renzo Zonari, di 19 anni, impiegato, Collegno, — bì erano portati di buon mattino con la Volkswagen del Pocobello alla borgata Cervelli di Coazze, al rifugio del C.A.I. Di lì erano saliti alle alpi Ciargiur ed avevano raggiunto la base del Torrioni dei Picchi del Pagliaio, che costituiscono una traversata accademica assai conosciuta dai rocciatori. Alle 11,30 iniziavano la scalata del Torrione Centrale. Capo-cordata il Pocobello, esperto alpinista; lo seguivano a intervalli di cinque metri lo Zonari e il Molino. La corda era lunga circa 50 metri ed era di cotone bianco. Non è stato ancora possibile accertare come sia successo l'Incidente, ma pare che il Pocobello, che aveva quasi raggiunto la vetta, sia scivolato all'indietro e che il chiodo che doveva sostenerlo si sia sfilato dalla roccia piuttosto friabile. L'alpinista ha fatto un volo di circa quindici metri, ricadendo poco sotto 11 Molino. Le condizioni del ferito sono apparse subito gravi, avendo riportato la frattura del braccio sinistro, lo sfondamento della zona temporale e parietale destra e una vasta lacerazione alla coscia destra. Una vicina cordata, composta da un medico di Rivoli rimasto sconosciuto, da Renato Bonino, pure di Rivoli, e da altri giovani, è subito accorsa per prestare aiuto all'infortunato. Il Bonino si è precipitato al rifugio per cercare soccorsi, mentre il proprietario, Giovanni Ostorero, ha organizzato fra i giovani del posto una prima squadra di soccorso composta da Costantino Vacchieri, Aldo Ostorero, Severino Ostorero e Aldo Giovale; dava pure l'allarme al soccorso alpino di Giaveno e Coazze, ai vigili del fuoco di Giaveno e ai carabinieri, Partiva il capo stazione del soccorso alpino Aldo Ostorero, con Mario Gioana. Giungeva da Torino, con altri appartenenti ni soccorso alpino, un distaccamento di vigili del fuoco. Veniva stabilito un ponte-radio fra le prime squadre e il rifugio « Cervelli ». In meno di un'ora i primi quattro arrivavano sul posto, ma per il Pocobello non c'era più niente da fare, era deceduto quindici o venti minuti dopo la caduta. Il cadavere veniva caricato su una barella e trasportato a valle, dove giungeva alle 17,30. I familiari della vittima, avvertiti, erano frattanto arri¬ vati a Cervelli. La salma è stata composta nella camera mortuaria di Coazze, dove il dott. Ponzetto ha fatto le constatazioni di legge. Il Pocobello, compagno di lavoro del Molino — entrambi lavoravano presso la ditta Marchisio di Torino — era un provetto alpinista e conosceva bene i Torrioni dei Picchi per averli ripetutamente scalati. Era un ex partigiano e godeva di molta stima nella zona di Avigliana. Il maresciallo dei carabinieri Giovanni Congedo ha iniziato subito le indagini sulla dolorosa sciagura. Si cerca di rintracciare fra l'altro 11 medico di Rivoli che aveva prestato i primi soccorsi all'infortunato. d. a. Ercole Pocobello, la vittima